Insieme alle Libellule, le Mantidi sono il mio soggetto macro preferito. Come le libellule, sono eleganti ed aggraziate sia nelle forme che nei movimenti, e il loro design che rivela quanto siano efficienti e micidiali predatori ha un certo fascino.
La Mantide religiosa che (quasi) tutti conosciamo non è che una tra le diverse specie di mantidi che vivono nel nostro paese, a mio parere la più fine e semplice nella forma. Altre mantidi, come la mantide nana (Ameles) e soprattutto l’Empusa, sono di una bellezza incredibile, aliena.
La sua postura di riposo o quando è in attesa di una preda le da’ il nome, perchè le zampe anteriori sembrano unite come le mani di una persona che prega. Perlomeno nella nostra visione occidentale.
In realtà, il primo paio di zampe “raptatorie” sono due trappole mortali, pronte a scattare ad una velocità incredibile, la parte inferiore è munita di robuste spine che trafiggono la preda, impedendole di sfuggire alla presa.
La mantide è un cacciatore di quelli che tecnicamente vengono definiti “sit and wait”, cioè fa parte di quel gruppo di predatori che non si muove attivamente in cerca della preda ma aspetta immobile, invisibile grazie alla livrea mimetica, che sia la preda a capitare nel suo raggio d’azione. Quando un insetto le arriva abbastanza vicino la Mantide può portarsi alla giusta distanza con movimenti lenti e studiati, per poi effettuare lo “strike”, il fulmineo movimento di presa delle zampe anteriori che la intrappolano.
Cose che diamo per scontato forse, ma che tanto scontate non sono. Richiedono una coordinazione occhi-arti molto raffinata. La mantide deve valutare con estrema precisione distanza e posizione della preda per non “scattare” a vuoto. Per questo prima di colpire fa una serie di movimenti con la testa, così da inquadrare la vittima da più punti di vista, mandando al cervell(in)o una serie di immagini, come fossero delle riprese da angolature diverse ,che a livello dei centri nervosi vengono assemblate e sovrapposte permettendo una specie di triangolazione molto precisa, come una visione tridimensionale.
Una volta afferrata la preda, la mantide comincia a divorarla ancora viva (eh, sì il mondo degli insetti non è dei più idilliaci, ma in generale il mondo animale va così).
Come in quasi tutti gli insetti, la femmina è ben più grande del maschio, il che durante gli accoppiamenti lo pone a rischio di trasformarsi rapidamente da amante a merenda se non è più che lesto a togliersi di torno a cose finite. Da qui la cattiva nomea, estesa a femmine umane che portano malcapitati amanti alla rovina. Però non giudichiamo le Mantidi vere, come per tutti gli Insetti (e i Ragni e tanto altro) non siamo in un mondo di morale, sentimenti e ragione, ma di azioni preprogrammate, anzi engrammate. E’ un universo di azione-reazione senza troppa riflessione. Qualsiasi cosa sia mangiabile… la si mangia.
La mantide depone le uova avvolte da un astuccio protettivo, l’ooteca, formato da una sostanza simile a pergamena. Internamente è fatto a scomparti e contiene decine e decine di uova che alla schiusa libereranno minuscole Mantidi affamatissime, che appena nate cominceranno subito a cercare di mangiare tutto quello che capita, compresi i loro stessi “fratelli” meno veloci.
Da qualche anno a questa parte mi capita di trovare sotto casa le Mantidi giganti (Hierodula) “immigrate illegali” dall’Asia, probabilmente trasportate con la merce. Si sono insediate nella pianura padana e vanno diffondendosi. Sono impressionanti per la robustezza oltre che per le dimensioni. Sembrano preferire gli alberi all’erba, per cui potrebbero non rappresentare una minaccia per le mantidi nostrane, almeno speriamo.
Come fotografo le mantidi? Come avete letto nelle didascalie di solito uso focali lunghe, intorno ai 200mm come il 200mm micro nikkor AfD (quando ce l’avevo) oppure focali zoom xx-200mm con tubi, oppure con lenti addizionali, perchè mi interessa staccare bene il soggetto e sfuocare lo sfondo. Altre volte invece, per cogliere particolari o documentare attività, allora può venire utile utile il 105mm. Da quando sono passato al sistema Z ho fatto buonissime foto alle mantidi con il 24-200mm Z e una lente addizionale non molto potente, la Sigma 0.72 AML, equivalente quasi alla Canon 500D, ma molto più economica e sottile, due cose che non guastano. Ogni tanto se il soggetto sta tranquillo, provo a fare una foto ambientata con un grandangolare moderato.