Un pezzetto di terreno nascosto, quasi,  nel bosco, trasformato in un giardino ed un orto, una piccola graziosa oasi tranquilla, dove si respira pace,

A movimentarlo ci pensa  una banda felina, una dozzina di gatti che hanno fatto amicizia (un po’ interessata forse, ma si sa, i gatti sono …pragmatici) con la proprietaria e la vengono a trovare ogni volta che passa. Compaiono dal nulla uno di qua uno di là come se si fossero passati la voce e vengono a salutarla (sperando in un pranzetto gustoso, che non manca mai) e fare un po’ di compagnia. Su gentile invito, saputo del  mio amore per la stirpe felina, ho potuto passare una divertente mattinata a fotografare questi piccoli randagi.

Una mini Aoshima?

Sono sospettosissimi, più selvatici dei gatti  delle altre colonie feline che ho incontrato, si fidavano solo della proprietaria del giardino. 
Muovendomi come ero uso fare coi gatti del Castello Sforzesco o del Cimitero Monumentale era troppo per loro,  li allarmavo e correvano a nascondersi, Ho dovuto adeguarmi ed essere molto più cauto.

Unica eccezione questa  gatta a pelo lungo che era socievole e ciarliera.
Si atteggiava persino a modella

Questi gatti non hanno un nome, o meglio, come ci ricorda T. S. Eliot anche se non hanno un nome dato da umani, hanno comunque il loro nome segreto, che non ci riveleranno mai.
Dopo essersi saziati,  si sono messi un po’ più a loro agio, anche se sempre attentissimi a quel che facevo,  mi hanno lasciato fare qualche foto mentre si riposavano o giocavano.

Mi tenevano d’occhio.

Questa piccoletta è la più vivace e la più selvatica, preferisce tenere le distanze altrimenti ti guarda  con un’espressione che invita a stare al tuo posto (cioè lontano da lei).
 
E dire che è proprio elegante, sembra quasi un gatto selvatico in miniatura.

Una volta soddisfatti del pranzo e del riposino, i gatti ad uno ad uno se ne vanno senza fare rumore, un ultimo scambio di sguardi con questa timida creatura e anche lei svanisce fra le siepi.

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